domenica 29 settembre 2013

Le sfide alla verità di fede nella società attuale

Un seminario all’ISSR all’Apollinare (Pontificia Università della Santa Croce) nell'ambito del biennio specialistico/Master “Religione & Società”

Dopo più di 2000 anni di storia, le 'sfide' alla verità della fede di natura gnoseologica sono ancora molte e ben presenti: scetticismo, razionalismo, relativismo, gnosticismo, agnosticismo, deismo e ateismo. Alcune hanno radici molto lontane, altre invece rispecchiano problemi e posizioni ideologiche sorte più recentemente, ma tutte sembrano rimandare al rapporto tra fede e ragione e alla fiducia nella capacità conoscitiva dell'uomo.
Si legge in Porta Fidei il  Motu Proprio che istituisce l'Anno della Fede: "La fede, infatti, si trova ad essere sottoposta più che nel passato a una serie di interrogativi che provengono da una mutata mentalità che, particolarmente oggi, riduce l’ambito delle certezze razionali a quello delle conquiste scientifiche e tecnologiche. La Chiesa tuttavia non ha mai avuto timore di mostrare come tra fede e autentica scienza non vi possa essere alcun conflitto perché ambedue, anche se per vie diverse, tendono alla verità".
Su questa base, il seminario ha esaminato e discusso le diverse forme e gli atteggiamenti che negano o mirano a indebolire la fede con lo scopo di trovare le risposte 'in sua difesa' e sottolinearne la peculiare forma di conoscenza, la razionalità, la credibilità e quindi la sua piena validità e Verità.
I dodici studenti che hanno partecipato, provenienti da tutta Italia, hanno portato anche esperienze personali e/o vissute all'interno della scuola o in comunità parrocchiali e altri movimenti ecclesiali. Sulla base degli elaborati scritti e attraverso presentazioni multimediali, le due giornate di lavoro hanno visto animarsi un dibattito vivace che ha trattato alcuni tra i tempi più importanti e sentiti nel dibattito culturale. 
Ad esempio una studentessa piemontese ha posto alla classe come incipit alla sua presentazione la grande sfida degli scettici: “Ma possiamo realmente vivere senza certezze?” mentre una giovane siciliana ha fatto sentire alla classe la ben nota canzone di Francesco Guccini in cui si cantava “Dio è morto” ma che poi si conclude affermando “che se Dio muore è per tre giorni e poi risorge, in ciò che noi crediamo Dio è risorto, in ciò che noi vogliamo Dio è risorto, nel mondo che faremo Dio è risortoe ha rilanciato la sfida a ritrovare la speranza che forse oggi molti giovani faticano a trovare...




Un'altra partecipante, giovane medico friulano, ha proposto una profonda riflessione su scienza e metafisica approdando ad un'esigenza di senso che chiede ad ogni scienziato di considerare le esigenze etiche che l'attività scientifica sempre comporta e a soffermarsi sulle domande di senso che anche lo scienziato si deve necessariamente porre mentre fa ricerca o esercita la sua professione su e con altre persone, come ad esempio il medico.

Analizzando un altro punto di vista, un insegnante di religione sardo ha invece soffermato l'attenzione sulla nascita dei nuovi movimenti religiosi e si è chiesto la ragione che porta al sorgere e al successo di tali nuove realtà: perché in occidente, ma anche in Africa o in Sud America, si stanno diffondendo e il numero di adepti sta così crescendo rapidamente? 
La causa è da ricercare nell'ateismo - come sostenuto da una studentessa romana - o nell'agnosticismo o nell'atteggiamento dei cristiani stessi, per la mancanza di una vera testimonianza della propria fede nella vita quotidiana, come altri due studenti, un siciliano e una sarda pensavano? E quale impatto e responsabilità hanno il nichilismo, il relativismo imperante o il pensiero debole su un tale esito scettico della cultura contemporanea? 

Una giovane insegnante del Piemonte cercava di comprendere le ragioni e la natura del pensiero debole e chiedeva alla classe con semplicità e un po' di incredulità: “ma se la ragione deve fare un passo indietro e non può più giudicare nulla... allora cosa facciamo, cosa e come scegliamo fra diverse alternative? Tutto diventa così relativo?" 
E nelle parole di un saggio giovane campano, risuonava lo stesso interrogativo con un linguaggio metaforico di grande impatto comunicativo: “ma non è meglio una bistecca vera anziché una di soia? Quella vera è molto più buona e si sente la differenza al palato... E con quale colla si devono attaccare le piastrelle del bagno se non con una colla vera? ... altrimenti poi dopo 6 mesi cadono giù”.


Questi sono stati i temi del dibattito nelle due giornate di lavoro e la risposta è stata pressoché univoca: ritornare alla dimensione centrale dell'uomo, alla sua dignità e alla intelligenza, riaprire uno spazio di riflessione che riporti la ragione a stretto contatto con la realtà – ritrovando la dimensione realista,come auspicato da una studentessa emiliana - in modo che possa di nuovo affiorare la via per trovare la dimensione in cui l'uomo possa ascoltare la voce di Dio e da Lui essere guidato nella Verità della fede, senza perdersi nel buio dell'ateismo, nell'ombra del nichilismo o nella nebbia dei dubbi che lasciano solo inquietudine e paura nel domani. 

L'ultimo contributo ha presentato la fede come l'esperienza di un incontro con la Verità nella Carità (ossia con Dio, secondo anche il titolo della prima enciclica di Benedetto XVI, Deus Caritas est) perché senza la carità la verità della fede è vuota, è votata all'arbitrio e rimane una gnosi senza scopo o un fine; allo stesso tempo, senza la fede radicata nella consapevolezza di essere nella verità, la carità rischia di cadere nel sentimentalismo, nell'emotività e nel soggettivismo.

Un seminario ben riuscito e un'esperienza da ripetere perché la fede, sostenevano e raccontavano gli studenti, è da “provare”, da vedere e da toccare con mano, non solo da leggere o da studiare, insomma si potrebbe dire che è da 'gustare' e da praticare... Solo una fede viva, perché vissuta, è una fede che può rispondere a tutte le sfide odierne e le può vincere, dando le radici e aumentando la forza dello slancio verso la nuova evangelizzazione in cui ciascuno è chiamato ad impegnarsi ogni giorno.