domenica 11 novembre 2012

Benedetto XVI: c'è un' "urgente necessità del costante dialogo e cooperazione" tra scienza e fede. E ... perché?


"Nella grande impresa umana di cercare di schiudere i misteri dell'essere umano e dell'universo, sono convinto dell'urgente necessità del costante dialogo e cooperazione fra il mondo della scienza e quello della fede nel costruire una cultura del rispetto dell'uomo, della umana dignità e libertà, del futuro della nostra famiglia umana e dello sviluppo sostenibile a lungo termine del nostro pianeta. Senza questo scambio, le grandi questioni dell'umanità lasciano l'ambito della ragione e della verità, e sono abbandonate all'irrazionale, al mito, o all'indifferenza, con grave danno per l'umanità stessa, per la pace del mondo e il nostro destino ultimo". 

Penso che non pochi, leggendo il titolo del post e riportato anche su diversi giornali e agenzie di stampa si siano istintivamente chiesti: "Perché questo dialogo sarebbe così urgente e necessario?" . La risposta è data dallo stesso Pontefice, ma forse a qualcuno non appare del tutto convincente. Essendo impossibile spiegare le ragioni in modo approfondito - per questo rimando ad esempio al libro intitolato appunto Fede e Scienza. Un dialogo necessario di Benedetto XVI - J.Ratzinger (a cura di U. Casale), Lindau, Torino 2010  - propongo un esempio "pratico".
Guardate questo brevissimo video (90 secondi) parte del progetto Symphony of Science del musicista John D. Boswell - apparso su diversi siti web nei giorni scorsi e pare gradito a molti - in cui si riassume la storia del mondo, dal Big Bang alla conquista dello spazio (14 miliardi di anni):


Dopo averlo visto le domande che vi potreste porre sono. "E' un bel video, con un'ottima colonna sonora e immagini fantastiche ... ma la storia del mondo così com'è presentata che senso ha?", "Perché è accaduto tutto questo nell'universo e sulla Terra e perché l'uomo ha fatto tutto questo a che scopo?", "Cosa accadrà nel futuro e come sarà la fine del mondo e dell'universo?" o ancora "Prima del Big Bang cosa è accaduto, che cosa c'era?", "Quando apparve l'uomo realmente?" e infine "La vita sulla Terra è apparsa per caso o no, e come è nata?"


Tutte queste domande - e molte più dettagliate - trascendono la scienza e quanto essa potrà scoprire nel futuro: riguardano l'origine, il senso e la fine (o, meglio, il fine) dell'uomo e dell'universo e abitano, in modo implicito o esplicito, in ogni persona (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 282). Se riduciamo tutto alla scienza e a ciò che è spiegabile razionalmente, ossia scientificamente, o realizzabile da un punto di vista pratico o tecnologico, riduciamo l'uomo alla sola dimensione materiale e soffochiamo il suo anelito all'infinito, le sue domande esistenziali e togliamo il senso alla sua esistenza terrena. 
Per questa ragione, possiamo dire che scienza e fede devono collaborare, devono dialogare, forse attraverso la mediazione della filosofia, per dare un senso alla scienza stessa e a quello che può scoprire. 

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